mercoledì 4 aprile 2012

Intervista a Tre Minuti per San Marino. Stiven Muccioli per Libertas.sm


Ha fatto discutere, alzato il polverone della critica e creato un tam tam sul web capace di attirare l'attenzione sulla data del 25 Marzo. Il giorno dell'Arengo.

Stiamo parlando di "Tre Minuti per San Marino", una vera e propria "entità misteriosa", che continua a incuriosire lasciando però forse troppo mistero sulla sua identità.

Oggi, attraverso questa intervista in esclusiva per Libertas.sm, cercheremo di capire meglio di cosa si tratta e del perché questo vero e proprio "fenomeno" mediatico del web stia continuando a far parlare di sè.

Stiven Muccioli: La vostra iniziativa, nata sul web, ha da subito destato interesse e curiosità, prima di tutto per l'aspetto "anonimo", che molti hanno messo in discussione e, in seconda battuta, per il contenuto "emotivo" dei vostri messaggi.
Come vi definite (un movimento, un partito...) e quali sono i vostri obiettivi?

Tre Minuti per San Marino: Lei come definirebbe chi vuole diffondere chiarezza sul presente, promuovere la responsabilizzazione verso le scelte di ognuno e restituire alle persone fiducia nell’agire per un futuro migliore per tutti?

Solo attraverso la RINASCITA DEL DIALOGO, abbattendo le discriminazioni e valorizzando il contributo di ognuno, e dall’AGIRE COME MEMBRI DELLA STESSA COMUNITA’, sarà possibile realizzare quel CAMBIAMENTO CULTURALE, NECESSARIO E PRELIMINARE, per realizzare qualsiasi progetto economico e sociale di rilancio della Repubblica di San Marino, credibile internazionalmente.

Il nostro è un supporto a tutte le persone che camminano in questa direzione.

SM:La scelta di convocare la popolazione in occasione del giorno dell'Arengo, è stata seguita con molto interesse, soprattutto dal pubblico del web. I risultati però, sono stati criticati da molti in virtù delle poche adesioni all'iniziativa (si è parlato di una 60na di persone) e della mancanza di chiarezza sull'identità degli organizzatori, che molti si aspettavano uscissero allo scoperto proprio il 25 Marzo.
Come mai non vi siete fatti avanti e come valutate il "ritorno" di pubblico dopo il lancio del vostro messaggio?

TMpSM: Ci siamo fatti avanti: abbiamo proposto spunti di riflessione, invitato ad incontrarsi, richiamato all’attenzione su aspetti cruciali per il bene comune attraverso LETTERE APERTE e condiviso, noi presenti, i sentimenti del dialogo animatosi il 25 marzo di fronte alla Pieve, dalle ore 20.30 alle ore 23.00.

Il fatto che il 25 marzo scorso, si siano incontrate una sessantina di persone, a prescindere da chi le avesse chiamate, mosse esclusivamente dalla speranza che accadesse qualcosa sull’onda dei valori evocati dal luogo e dalla data, è un segno di grande vitalità, trasversale, appassionato e propositivo.

Le persone presenti di fronte alla Pieve e i messaggi che, attraverso e-mail e social network, continuiamo a ricevere quotidianamente, testimoniano timori, scetticismo ma anche speranze e solidarietà che, negli ultimi 10 giorni, stanno accelerando i fermenti sociali di libertà, onestà e cambiamento nella gestioni delle sorti del Paese, che la Stampa stessa ha per prima colto.

SM: La Repubblica di San Marino sta attraversando una fase socio-economica terrificante. Uno dei fattori più inquietanti, è sicuramente la mancanza di prospettiva per il futuro. Si inizia a parlare di emigrazione giovanile e di anni di durissima recessione economica. La vostra iniziativa, soprattutto leggendo i messaggi che inviate sul web, sembra volersi elevare da tutto questo, richiamando la popolazione ad un'azione di "orgoglio patriottico".
Ma nel concreto, quali sono le vostre proposte su temi di interesse sociale ed economico?

TMpSM: In tanti fanno proposte, soprattutto su temi economici, ma nel concreto, qualsiasi progetto ed iniziativa proposti negli ultimi anni, fino agli ultimi giorni, non saranno efficaci nell’immediato, né sostenibili negli anni a venire, se non si realizzeranno alcune fondamentali premesse.

I cittadini:

1) si informino, si confrontino e decidano in che tipo di Paese vogliono vivere, lavorare e crescere le loro famiglie, per essere cittadini del mondo, con pari dignità e opportunità;
2) si riapproprino delle deleghe affidate alla cieca e scelgano rappresentanti competenti e vigilino costantemente sul loro operato;
3) ricambino quella classe politica e dirigente che ha contribuito a minare le sorti del Paese con scelte opportunistiche, insostenibili nel tempo e contrarie al bene di tutta la comunità.

Le idee, i progetti concreti e le competenze necessarie emergeranno, immediatamente, da un Paese liberato e fondato su nuove relazioni all’interno della comunità: fra i cittadini, la politica e le istituzioni sammarinesi e internazionali.