Propongo oggi la seconda delle interviste che ho raccolto. Sentiremo la testimonianza e le opinioni di Claudio Muccioli, dottore in medicina riconosciuto in campo internazionale e politico sammarinese. Ha ricoperto la carica di Capitano Reggente della Repubblica di San Marino da Ottobre 2005 ad Aprile 2006, assieme ad Antonello Bacciocchi. È membro del Partito Democratico Cristiano Sammarinese.
D. Siamo alla vigilia del Congresso del Partito Democristiano Sammarinese. Partendo dal presupposto che questo, è l'unico partito “popolare” dello stato di San Marino, quale può essere il suo ruolo nel prossimo futuro? Pensa che ne vadano ripensate alcune dinamiche?
R. La dimensione stessa del partito deve essere ricondotta alla sua identità e alla sua cultura, il PDCS rappresentava l’unico partito di riferimento per i cattolici in quanto c’era una rapporto diretto fra tutti coloro che avevano una cultura cristiana e il partito.
Questo determinava la grande rappresentatività di oltre il 50% della popolazione, quindi un grande partito popolare. Oggi, le tante suddivisioni che hanno portato diversi amici a formare altri partiti al di fuori della DC, ma con uguale cultura cattolica, determinano che questo rapporto di esclusività viene condiviso con altri. Il mio timore è che ulteriori suddivisioni o una diminuzione in percentuale della rappresentatività della DC possa creare una situazione simile a quella italiana in cui la Democrazia Cristiana Italiana è ora suddivisa in tanti rivoli fra loro non confluenti.
Per quanto riguarda le eventuali azioni da intraprendere per rimanere ad essere il partito di maggioranza relativa penso che sia necessaria una vera politica di aggregazione, in primo luogo con i partiti del Patto per San Marino (Coalizione di governo in carica NdG), che in fondo, sono gruppi usciti dal nostro grande partito, e successivamente anche un confronto aperto con coloro che pur nascendo dalla comune radice cristiana hanno fatto scelte più estreme. Se questo intento non riuscisse, penso che difficilmente si riuscirà a portare avanti una forte azione di politica e di governo.
Sicuramente la DC rimane l’unico partito con una sua larga rappresentatività nel contesto sociale a tutti i livelli, basti pensare alla nostra organizzazione capillare su tutto il territorio –vedi le sezioni di partito-, anche se al momento attuale le ritengo personalmente superate. Proprio per promuovere più incisivamente quella forma di aggregazione di cui parlavo prima, ritengo che si debbano sviluppare dei punti di incontro, trasformando le sezioni, nei cosiddetti circoli culturali, pur in forma ben organizzata e con una gestione di coordinamento del partito.
Uno degli effetti più evidenti della crisi sociale che sta investendo il nostro paese è la frattura che si sta formando fra la politica e la cittadinanza. Come crede sia stato possibile, in un paese piccolo come il nostro?
Lo scopo della politica è di adoperarsi per il bene comune, cioè adoperarsi per le classi più deboli della società, rinunciando ognuno ad una parte del proprio. Purtroppo gli esempi di questi anni non sono sempre stati improntati su questo principio, spesso ci si è adoperati per interessi di lobby e specifiche classi economiche a scapito di altre. Questo ha determinato la perdita di credibilità e progressivamente ha allontanato la gente ad interessarsi della politica.
Inoltre credo che anche nella politica, come è ben evidente nello sport, ci debbano essere degli esempi trainanti. In questo momento penso che a San Marino stiamo scontando da una parte la perdita di credibilità, dall’altra la mancanza di personaggi politici capaci di trascinare, di emozionare la gente, siamo in un passaggio generazionale che non ha ancora trovato i suoi eroi.
Negli ultimi tempi si sentono storie di ogni tipo su San Marino. In particolare si parla spesso e volentieri di collegamenti fra politica, istituti finanziari e malavita organizzata. Quanto c'è di vero secondo lei? La popolazione ne era già a conoscenza? Si può parlare di omertà?
Non sono molto esperto di economia e di sistemi finanziari, penso che ciò che stava accadendo, dal punto di vista finanziario, a San Marino, dove c’è stato un sviluppo del settore, senza una vera base strutturale e formativa, era evidente anche ad un bambino.
Certo, chiudere gli occhi faceva comodo a tutti, visto che tutti potevano godere dei benefici sia direttamente che indirettamente, soprattutto quando nella società il valore delle persone è determinato dal suo portafoglio rispetto a ciò che veramente fa per la società.
Sicuramente, e lo dissi anche in consiglio, abbiamo avuto un'economia drogata e fuori controllo e non ci possiamo meravigliare se l'Italia, oggi, ci costringe a ripensare al nostro sistema, in quanto la deregulation che si è venuta a creare è fonte di un grande pericolo anche per l’Italia.
In merito al discorso sulla malavita invece penso che stiamo scontando la vicinanza con la riviera romagnola, ricettacolo di ogni forma di organizzazione malavitosa.
Pensa che a san marino, in futuro si possa avere una legislazione pulita e in grado di far cambiare strada al paese?
Intanto, dobbiamo ricordarci che il mondo, dal 2008 è cambiato molto. Il G20 ha imposto controlli e politiche molto più severi avviando un processo inarrestabile sulla trasparenza con una lotta precisa al riciclaggio del denaro e al finanziamento al terrorismo.
San Marino non può più sottrarsi a queste regole.
Proprio a fronte di ciò il governo sammarinese nell'ultimo anno ha emesso nuove leggi, alcune fin troppo restrittive. Ora che abbiamo delle buone leggi manca per completare il quadro una organizzazione di vigilanza e controllo, composto da agenti, da magistrati capaci di far applicare le norme con la rigidità che il sistema richiede.
Parliamo ora di democrazia. Prima parlava di tornare nelle piazze, di "circoli". In alcuni paesi del nord europa e, negli ultimi anni anche in emilia romagna, sono state utilizzate le nuove tecnologie per fare esperimenti di democrazia dal basso, un modo di mettere in contatto diretto le istituzioni pubbliche e la cittadinanza. Pensa che questo tipo di pratica possa avere terreno fertile anche a San Marino?
Il contatto diretto fra istituzioni pubbliche e cittadinanza è la vera prerogativa di San Marino. Penso che la forza di questa comunità stia proprio nle privilegio di poter incontrare le istituzioni, tutte le istituzioni, anche quella dei Capitani Reggenti per chiedere e rendere conto dei vari operati.
Per quella perdita di credibilità, che accennavo prima, della politica forse la cittadinanza si è un po’ allontanata, non abbiamo più le file di persone che ogni mercoledì, giorno consueto di ricevimento dei segretari di stato, fanno ore di anticamera nelle varie segreterie di stato.
Comunque bisogna ricordare che San Marino ha una delle forme più avanzate di confronto fra cittadinanza e politica attraverso quell’istituto che sono le istanze d'Arengo, attraverso le quali ogni cittadino può sottoporre al giudizio del Consiglio Grande e Generale le sue problematiche.
Inoltre non dobbiamo dimenticarci che le sedute del Consiglio sono seguitissime da parte dei cittadini attraverso la radio e che spesso molti cittadini vengono direttamente nel palco del consiglio a seguire i lavori.
“Rinnovamento” è la parola che più viene invocata nell'ultimo periodo a San Marino. Crede nella capacità delle nuove leve di ripensarsi e di rinnovarsi?
Tutti invocano il cambiamento, ma nessuno veramente lo vuole. Tutti hanno paura di cambiare, per cosa poi per una situazione che può essere peggio?
Si sentono persone che sono state al governo 20 anni che sono le prime a dire che bisogna rinnovare, purché siano loro, con la loro esperienza, a tenere il timone. Si rinnova, ma solo a patto che le persone siano sempre le stesse.
Il vero cambiamento potrebbe nascere solo da una nuova classe dirigente, formata da una scuola politica. Tutto questo però al momento non esiste, e la gente arriva troppo facilmente, e in alcuni casi anche con arroganza, a ricoprire cariche politiche importanti.
Secondo me manca una specifica formazione, e la cosiddetta "gavetta", che è la condizione necessaria per sviluppare idee nuove, pensieri universalmente condivisi, politiche che trovano la loro azione su conoscenze e approfondimenti ben al di sopra della comune gestione.
Cosa ne pensa della proposta di un condono edilizio e fiscale “Tombale” avanzata in questi giorni da alcuni esponenti politici? Su cosa dovrebbe puntare secondo lei san marino per rinascere economicamente?
Per far rinascere San Marino penso che possano bastare poche ma semplici azioni, fortunatamente la nostra comunità è piccola e iniziative coraggiose e con certe peculiarità possono dare al paese il respiro necessario per una buona economia. D’altronde basti pensare come l’introduzione, alcuni anni fa, del sistema della monofase ha permesso lo sviluppo del paese in questi anni.
Personalmente penso che uno stato debba innanzitutto pensare ad una sua autonomia energetica, quando entrai in politica alcuni anni fa cercai di adoperarmi presso gli amici per creare a San Marino iniziative che potessero mettere San Marino in vantaggio, ed avere una sua autonomia, nell’ambito delle fonti di energia rinnovabili, anche solo organizzando a San Marino uno dei principali tavoli di confronto su questo argomento.
A volte, provocatoriamente, sollevo l’argomento di avere anche a San Marino una piccola centrale nucleare, che potrebbe sembrare una cosa azzardata ma pensate a come saremmo forti nei confronti del l’Italia costretta a comprare energia da noi...
Inoltre ritengo che il nostro sistema rimasto per troppo tempo, appiattito sull'economia italiana, debba ricercare una maggiore internazionalizzazione della sua proposta e della sua offerta commerciale.
Per quanto riguarda i condoni, secondo me si dovrebbe guardare con un'altra filosofia, non quella di raccogliere soldi, bensì quella di sanare tutte quelle situazioni irregolari che sono presenti sul territorio. Non possiamo permetterci di continuare ad avere due sistemi che operano in parallelo, quello di chi ha fatto sempre le cose in regola e chi ha fatto come gli pareva ma entrambi sono parificati.
Sicuramente non si può ora intervenire con un sistema demolitivo per cui è opportuno predisporre quelle forme di correzione che, sebbene possono essere viste come inique, almeno hanno la prerogativa di dare regolarità a tutto il sistema paese.
Infine sono molto scettico verso chi pensa di aumentare le tasse per risolvere la problematica economica. I contribuenti sammarinesi sono numericamente troppo pochi per poter sostenere oneri di prelievo fiscale tale da reggere un sistema paese come il nostro. La nostra economia si deve sostenere con l’impresa altrimenti rischiamo di diventare uno stato fantasma.
Ritengo che comunque manchi a San Marino quell'idea di imprenditorialità che può portare lo sviluppo nei diversi settori economici primo fra tutti il turismo, in quanto per troppi anni la popolazione, gli imprenditori, i commercianti sono stati abituati in varie maniere e forme ad essere eccessivamente assisiti dallo stato.
Ultimamente si è parlato molto della necessità di ripensare la gestione delle risorse umane anche all'interno della pubblica amministrazione sammarinese. Una macchina enorme, costosissima e poco efficiente. Cosa ne pensa?
Intanto quando parliamo di Pubblica Amministrazione non dimentichiamo che stiamo parlando di una grande fetta della nostra società e delle aziende più grandi per occupazione e fatturato presenti sul territorio. Alcune di queste attività sono di sicura eccellenza, altre purtroppo (per gli aspetti economici) ma anche fortunatamente (per la capacità di ammortizzatore sociale) hanno semplicemente ruoli di integrazione lavorativa.
Non dimentichiamo che per anni c’è stata una politica in cui nel mercato del lavoro privato le aziende tenevano ed assumevano solo i più abili, capaci e sani, mentre lo stato si accollava l’onere di occupare tutti coloro che a diverso titolo non potevano essere più competitivi nel settore privato.
Come ho denunciato più volte, parlare di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, vuol dire poter disporre ad ogni livello di personale dipendente efficiente e in grado di affrontare le sfide più impegnative presenti sul lavoro, purtroppo dimentichiamo che nella P.A. molti dei dipendenti “non sono in grado di lavorare”.
Per fare un esempio su tutti, pensate solo all’'ISS (La sanità sammarinese. NdG), dove è occupato personale di alta specializzazione e qualifica, vi è una percentuale, comunque, importante di lavoratori con problematiche psico-fisiche tali da non poter operare in maniera efficiente.
Comunque ritengo che la Pubblica Amministrazione nella sua obbligata corsa verso un nuovo modello debba intraprendere il percorso della meritocrazia che deve diventare il primo vero punto di diversificazione fra i dipendenti eliminando logiche di eccessiva protezione sindacale che troppo spesso hanno danneggiato l’intero sistema.
Pensa che la ricerca medica e lo sviluppo di una sanità d'eccellenza possa essere una delle risposte alla crisi economica sammarinese?
La ricerca medica e l’eccellenza nel settore medico può sicuramente esserlo. Attualmente sono stati fatti i primi passi in questa direzione con l'istituzione del Comitato Bioetico, organismo fondamentale per promuove e sviluppare iniziative di ricerca nel settore della medicina che possono dare, oltre ai benefici economici, quell’immagine di capacità e professionalità di cui San Marino ha necessità di recuperare sia in ambito nazionale italiano che internazionale.
Segnalo l’importanza del Comitato Bioetico in quanto il settore d’eccellenza in ambito sanitario ha finora fatto piccoli passi, con piccoli errori ancora recuperabili, sarebbe stupido far sviluppare un settore senza regole precise che al primo inciampo fa crollare tutto il sistema (l’esperienza del settore finanziario mi sembra emblematico).
Ringrazio Claudio Muccioli per la disponibilità dimostrata. Nella speranza che queste testimonianze aiutino pian piano a renderci conto di quella che è la nostra realtà territoriale.
Scommettiamo su noi stessi. Abbiamo solo da guadagnarci.
SM