La notizia dell’arresto del faccendiere Flavio Carboni e di due suoi collaboratori (l’imprenditore napoletano Arcangelo Martino e il geometra ex esponente DC Pasquale Lombardi) apparsa su tutti i giornali italiani, sta mettendo in luce una serie di retroscena talmente torbidi da poter tranquillamente finire in un romanzo.
Pare che i tre avessero messo in piedi una vera e propria associazione di stampo massonico “stile P2”.
Ma chi è Flavio Carboni?
Meglio noto con l’appellativo di “Faccendiere dei misteri”, Flavio Carboni è un imprenditore sardo che appare in tutte le più oscure vicende della storia recente italiana.
In particolare, troviamo un suo ampio coinvolgimento sia nel caso Calvi, sia nel recente scandalo scoppiato intorno ai fondi per l’Eolico in Sardegna.
Nel mezzo, storie e intrighi fra massoneria, camorra e importanti esponenti delle istituzioni Italiane. Non manca nessuno.
E’ un facoltoso imprenditore il Carboni. Ama viaggiare e non si fa mancare niente.
Al punto che ha cinque cellulari sempre con sé e, nel suo lungo peregrinare, dimostra una particolare predilezione per alcune terre tipiche dell’entroterra Romagnolo. In particolare apprezza le bellezze e l’accoglienza tipica del monte Titano. Forse per l’aria di montagna.
Ama a tal punto San Marino, che arriva ad organizzare molti dei suoi incontri proprio in Repubblica. Uno di questi, vede coinvolti Marcello Dell’Utri e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Tema della riunione (scriverà il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo): "Portare avanti un progetto di associazione occulto ed autonomo per piazzare gli uomini giusti per fare affari". Il tutto placidamente all’ombra del Titano.
Non è uno di quei turisti “mordi e fuggi” Flavio Carboni. Si affeziona.
Si affeziona a tal punto, che non si limita ad organizzare in Repubblica solo incontri intimi. Anche quando deve fare affari cerca sempre di coinvolgere in qualche modo gli amici sammarinesi che, evidentemente, hanno proprio uno spazio speciale nel suo cuore.
Ad esempio, quando si trova nell’impellenza di dover riciclare 5 milioni di euro da reinvestire nell’Eolico in Sardegna e nella corruzione di vari esponenti politici, trova l’aiuto che cerca proprio sul monte fra la Romagna e le Marche.
Lo scoprono i Carabinieri quando, sequestrando 64 assegni da 12.500 euro, versati dall’autista di Carboni su un conto del Credito cooperativo fiorentino, vengono a sapere che quei soldi sono stati prelevati da una banca Sammarinese.
Ma sono solo 800 mila euro, e all’appello mancano altri 4 milioni e 200 mila euro (circa), chissà dove saranno?
Purtroppo per gli inquirenti, il prode autista a questo punto tace.
Sempre secondo i Carabinieri, questa pseudo loggia massonica composta da Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, avrebbe stretto contatti con il potente clan camorristico dei Sarno, egemone a Ponticelli ma con ramificazioni in molte zone della provincia napoletana.
Un classico lavoro di riciclaggio, in cui la “loggia” si occupava di ungere chi di dovere e ripulire il denaro sporco tramite investimenti.
I tempi si sa, cambiano. Ed oggi a San Marino tira un'aria diversa. Anche se ancora non è ben chiaro se sia più pulita o no.
In ogni caso, la politica collaborazionista del governo Sammarinese dovrebbe, dopo questi arresti eccellenti, portare quantomeno ad una riflessione. Perché una cosa è certa: A San Marino qualcuno ha aiutato Flavio Carboni e soci. Soggetti che lo hanno spalleggiato e coperto.
Resta da capire chi sono queste persone.
Forse ai più la gravità di questo tipo di collaborazioni non appare evidente. Sembrano i soliti intrecci politici, giochi di raccomandazioni e di denaro magari frutto di qualche evasione fiscale.
Invece no.
Stiamo parlando di soggetti che vanno a braccetto con la camorra. Gente che ricicla denaro proveniente dal commercio della droga e della vendita di armi. Assassini senza scrupoli.
Se è vero che l’aria a San Marino è cambiata, il primo passo è allontanarsi da questo mondo.
Serve una dimostrazione concreta. La mafia a San Marino non è la benvenuta.
SM
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