Pasquale Valentini, Segretario di Stato alle Finanze della serenissima Repubblica di San Marino, nei giorni scorsi dichiarava che: "Senza segreto bancario la raccolta esterna diminuirà e non potremo pensare di avere un sistema finanziario come quello attuale". Parole sante.
Partendo da questa considerazione, è ovvio che saranno tante le cose che dovranno cambiare sul Titano, e non solo a livello economico. Ma questo lo sanno tutti.
Quello di cui invece non si parla abbastanza, è il "cosa" fare per far ripartire la nostra economia dopo i vari adeguamenti e cambiamenti a cui ci stiamo forzatamente sottoponendo. E qua casca l'asino.
Prima di cercare soluzioni fantasiose, dobbiamo però capire da dove iniziare. Un buon artigiano ci direbbe che in ogni riparazione che si rispetti, si deve procedere per passi. Ovviamente dando per scontato che la prima cosa da fare è allontanare la causa del danno. Sia essa umana o di altra natura.
Detto questo, il primo passo è da sempre rappresentato dalla riparazione del danno più grave. Nel nostro caso, capire quale esso sia per nostra fortuna (?) è piuttosto semplice.
Il danno più grave, è quello che ha subito la nostra immagine. La nostra dignità.
La Repubblica di San Marino, mai come oggi è ai minimi storici per quanto riguarda la sua considerazione all'estero. L'opinione pubblica ci vede come nient'altro che un paradiso fiscale senza etica e senza morale, unicamente preoccupato di drenare soldi sporchi dal resto del mondo.
Nessuno crede nella nostra giustizia, nelle nostre istituzioni e nella nostra economia.
A questo proposito, voglio lanciare una proposta. Un tipo di iniziativa che ai più sembrerà una provocazione bella e buona, ma che invece racchiude in se molta più sostanza che idealismo. Soprattutto, potrebbe essere un interessante punto di partenza per un nuovo indirizzo politico nel nostro paese.
Una strada che se intrapresa, avrebbe la forza di cambiare radicalmente la considerazione del resto del mondo nei nostri confronti. Sto parlando dello sviluppo e del sostegno di una così detta "Economia Alternativa" o "Terzo Settore".
Ma cosa si intende per "Economia Alternativa"? E come può questa essere una proposta concreta per un paese come San Marino?
Cerchiamo prima di capire di cosa stiamo parlando.
Alessandro Messina, Responsabile del settore crediti dell'ABI (Associazione bancaria italiana), intervenendo su questo tema ne descrive le caratteristiche in questi termini:
"...può essere utile immaginare quest’altra economia come una rete, o meglio
un insieme di reti, di operatori economici (ma anche politici e culturali) il cui
comportamento sia basato su principi originali di funzionamento, solidali, etici, che
mettono al centro dell’azione il bene comune e collettivo.
...Oggi sono già molte le pratiche che si ispirano a questa filosofia. Volendone tracciare un
quadro generale e generalizzante si può partire dai valori di fondo che le accomunano:
1. Assenza di scopo di lucro:
le imprese dell’altra economia sono consapevoli della necessità di limitare la distorsione dei comportamenti economici indotta dalla logica del profitto.
Tutto il surplus creato viene perciò reinvestito all’interno dell’impresa, per migliorare il ciclo produttivo, le condizioni di lavoro, la qualità dei servizi, ridurre l’impatto ambientale.
2. Efficienza:
non si tratta di proporre un’economia più buona e di cadere così nella beneficenza,
bensì di costruire un’attività economicamente vitale che intende essere socialmente utile.
3. Trasparenza:
ogni operatore dell’altra economia conta di produrre valore sulla base della sua attività reale e non grazie all’occultamento di informazioni.
4. Partecipazione:
l’operatore dell’altra economia si sente parte di un sistema complesso
a cui vuole apportare valore e di cui riconosce il valore.
Per questo nella sua attività prevede il coinvolgimento e la partecipazione di tutti coloro che possono averne interesse:
lavoratori, cittadini, finanziatori, pubblica amministrazione ecc.
5. Responsabilità sociale ed ambientale:
in ogni ambito di attività si privilegia la promozione dello sviluppo umano,
attraverso un’attenzione costante alla responsabilità sociale ed ambientale dell’impresa.
Immaginare un indirizzo politico di questa portata per l'economia della Repubblica di San Marino sembra veramente un'utopia. Ma proprio per questo è ancora più affascinante. Pensate alle opportunità lavorative per i sammarinesi, alle professionalità che sarebbero coinvolte in progetti di questo tipo, alla panacea che questo rappresenterebbe per la nostra immagine.
Un vero e proprio progetto lungimirante. Sarebbe una svolta, un segno che finalmente si incomincia a guardare al futuro economico e sociale della nostra gente. Un sogno.
Quello che a molti sembrerà come un progetto impraticabile, in realtà è già stato sviluppato da qualche coraggioso che a dispetto delle difficoltà, ha messo in piedi organizzazioni e addirittura sistemi finanziari che riescono ad avere successo senza rinunciare a perseguire una condotta etica.
Nei prossimi giorni, pubblicherò una serie di interviste che ho realizzato grazie alla collaborazione di alcune di queste persone. Un modo per scoprire le loro motivazioni, i loro valori e il loro modo di lavorare. Cercheremo insieme degli spunti e delle idee per proporre simili sistemi anche nella nostra piccola Repubblica.
Ci troviamo davanti ad una sfida senza precedenti.
Per esserne all'altezza, servono risposte senza precedenti.
SM
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