Pubblico un'intervista rilasciata qualche giorno fa su un magazine di San Marino.
Dal magazine "L'Altra Repubblica"
Stati D'animo
Oggi è tempo di ricostruire, di impegnarsi per un nuovo orizzonte. Per questo abbiamo deciso di chiedere alle nuove generazioni e a chi si spende per una Repubblica «altra» di farci una analisi della situazione sammarinese e di prospettarci alcune possibili soluzioni. Leggerete di sogni e di rancori, di speranze e di idee concrete. Queste energie, questi stati d’animo, devono essere il primo tassello di un «fronte comune» per ridisegnare San Marino dal basso. È finito il tempo dei potentati economici, delle logge massoniche e delle mafie. Contro abusi di potere e prepotenze San Marino nella storia ha sempre vinto. Noi crediamo ci siano le condizioni per vincere anche questa volta e dare continuità alla nostra Repubblica.
Stiven Muccioli è
direttore generale Belcom
srl e responsabile
commerciale Vetroresine
Ecologica snc. Inoltre è
editor di Libertas.sm e
blogger.
-Perché pensate che sia necessario impegnarsi per una nuova politica?
La crisi economica che sta straziando i paesi occidentali ha portato una ventata di cambiamento impensabile solo fino a qualche anno fa. L’Europa e di conseguenza l’Italia, hanno stretto un laccio intorno al collo dei paesi a fiscalità agevolata come San Marino, che ora vedono agonizzare la loro gallina dalle uova d’oro. Il sistema economico che negli ultimi trent’anni ha portato ricchezza sul Titano, oggi è diventato di colpo obsoleto e incompatibile con le nuove logiche. La nuova politica sammarinese deve essere in grado di rispondere adeguatamente a questa nuova sfida, partendo dalla realizzazione di profonde riforme strutturali in grado di avviare una nuova economia sostenibile e adeguata al mondo moderno. Agire diversamente significa isolare il Paese. Ricordiamoci che i margini di peggioramento, sul Titano, sono purtroppo ancora molto ampi.
-Su chi ricade secondo voi la responsabilità dello stato attuale di cose?
Ci sono responsabilità gravi, soprattutto chi ha permesso alla criminalità organizzata di entrare nel Paese deve pagare. Per quanto riguarda la situazione generale però, è troppo facile dare la colpa ad altri. La verità è che il “vecchio” sistema portava un benessere rapido, diffuso e soprattutto facile. Impossibile da ottenere in condizioni normali. Questo oggi è un vero e proprio problema sociale. Diventa molto difficile, infatti, andare a spiegare a cittadini fino a ieri viziati e coccolati, che la pacchia è finita, e che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per tenere a galla la nave. Le potenzialità di San Marino sono enormi. Ma per sfruttarle è necessario uno sforzo comune.
-Come immaginate una nuova politica?
Mi immagino una politica in linea con quella che è la storia di San Marino. Repubblica significa Democrazia, e Democrazia significa potere del popolo. La Repubblica di San Marino non ha bisogno di grandi statisti per essere governata bene. Servono persone con buone idee e con la volontà di unire una piccola comunità per il raggiungimento di un obiettivo comune e avere un forte senso di comunità. La politica non deve strafare né sviluppare un’eccessiva ingerenza. Il suo compito deve limitarsi a mettere il Paese nella condizione di esprimersi al meglio, controllandone le storture l’indirizzo.
-Qual è l’obiettivo principale che vi proponete?
Creare i presupposti per veder nascere una «nuova San Marino». Un paese “ all'avanguardia” in tutti i campi. Che fa delle sue ridotte dimensioni e della sua indipendenza una forza Maiuscola. Una politica che parla di territorio, di investimenti e di persone. Troppo spesso, la nostra classe dirigente dimentica che San Marino non è un piccolo Paese dentro all'Italia, ma una orgogliosa Repubblica indipendente al centro dell’Europa. Quando si parla di storia e di democrazia, le dimensioni contano poco.
-Quali sono le vostre proposte?
Il sistema economico di San Marino non esiste. È un’invenzione. Una vera economia del territorio va sviluppata partendo da alcuni capisaldi e dall'esperienza di importanti realtà locali che già oggi sono consolidate a livello internazionale. Prima di tutto, quindi, va stabilita la nuova linea politica. Una linea che deve necessariamente essere improntata all'eccellenza. Uno Stato piccolo per avere la possibilità di emergere deve aumentare il numero delle sue attività d’eccellenza, in modo da potersi confrontare con i mercati europei sul piano della qualità. Per arrivare a questo, però, servono tempo ed investimenti. Oggi, diventa fondamentale creare un polo attrattivo per nuovi soggetti economici e, contemporaneamente, sviluppare una nuova classe imprenditoriale figlia del territorio. Dobbiamo porre le basi per creare la «San Marino del futuro». Un paese che potrebbe avere standard produttivi e servizi elevatissimi. Un paese di cui andare fieri.
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Pubblicato su
Mensile "L'altra Repubblica"
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